Piccolo Prologo

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    Eccomi :) Essendo che ho aperto io questa sezione e Ruka è stata d'accordo, allora inizierò subito io illustrandovi un pezzettino del libro che ho scritto. Ovviamente non molto, solamente il Prologo così da scongiurare persone che magari vorrebbero copiare e prendersi i diritti d'autore. La storia è finzione, totalmente inventata da me e come vedrete nel Prologo ci sarà un protagonista maschile. In realtà la vicenda è illustrata attorno ad una protagonista femminile che avrà a che fare con il nostro uomo misterioso col mantello.
    Il luogo è ambientato in Italia, precisamente a Torino, una delle città più magiche che ci siano in Italia e non perché è la mia città preferita, ma perché si narrano anche molte storie su streghe e via discorrendo.
    Spero in un vostro responso positivo, ma se avete delle critiche chessò, dicendo che non si capisce il testo o una descrizione, sarei molto felice di ascoltarvi, in modo da migliorare anche il mio modo di scrivere e di veduta.
    Ora basta parlare e vi auguro... Buona Lettura!!


    Prologo



    La notte era mite; la luna non c’era quella sera dando ai demoni il vantaggio di non essere scoperti nel buio che li circondava.
    Non sapevano però, che lui li osservava dal tetto di un palazzo adiacente. Il suo mantello nero volteggiava scosso da un soffio di vento, i suoi capelli bianchi coprirono per un attimo il suo volto prima di tornare silenziosi al loro posto.
    Li aveva seguiti fin dall’inizio della sera, da quando il gruppo di spiriti aveva assunto forme umane, andando nei posti più popolati dai ragazzi giovani, quelli pieni di sogni e speranze, quelli che si facevano coinvolgere facilmente dalla gente che offriva loro bicchieri di cocktail alcolici senza pensarci troppo.
    Ora stava accovacciato a fianco di un camino guardando i demoni litigare tra di loro: assomigliavano a persone all’apparenza normali, con vite monotone. Lui però riusciva a scorgerli per quello che erano realmente, dissolvendo il loro stupido incantesimo per mimetizzarsi.
    Avevano catturato un ragazzo giovane ovviamente ubriaco, portandolo in un vicolo buio lontano dal rumore delle macchine. Per rendergli ancora più difficile ragionare, la ragazza del gruppo continuava a fare effusioni amorose con lui mentre gli altri litigavano su chi di loro doveva rubargli l’anima. Non si erano accorti che la demone aveva già iniziato a fare il lavoro per loro.
    Un gatto randagio osservava da lontano la scena. In seguito decise che era meglio andarsene e senza far rumore si dileguò nel buio:
    « Dovresti intervenire. » Una voce femminile parlò accanto alla figura coperta di nero:
    « Lo so. Ma spero di ricevere qualche informazione in più prima di ucciderli. »
    Lui si girò a guardare la donna. Era bella come il primo giorno che si erano visti. Era stato quello a farlo innamorare di lei.
    Negli occhi azzurrissimi della donna però, non vi era più la scintilla di vita che tempo addietro l’animava volendo trascorrere l’eternità insieme con lui. Il loro amore si era disperso nei secoli. Lui lo aveva già accettato quando, dopo la sua morte, la trasformò in demone per legarla per sempre a se. Sapeva che una volta diventata demone, tutto sarebbe stato diverso, più difficile per entrambi, perché lei avrebbe conosciuto la parte di lui che non avrebbe mai scoperto se non con l’eternità.
    La donna aveva provato a continuare a coltivare l’amore verso di lui, ma non vi era riuscita. In quegli occhi ormai, si vedeva solo la voglia di morire, di ricongiungersi in un’altra vita insieme ai suoi cari. Voleva un’esistenza normale, con una famiglia, un marito e dei figli. Lui non aveva potuto donargli niente di ciò che lei desiderava.
    Più di una volta durante i loro litigi, gli aveva fatto pesare la cosa, supplicandolo di ucciderla, di lasciarla andare via, di lasciarla libera da quell’esistenza così triste. Lui però, aveva sempre rifiutato nonostante l’ira che lo opprimeva durante i loro confronti. Era stanco della tristezza che aleggiava intorno a lui, non voleva sentirsi di nuovo solo per l’eternità. Aveva bisogno ancora di lei. Era un gesto egoistico e lo sapeva benissimo, ma la solitudine lo aveva indurito negli anni e non voleva tornare a passare le giornate nel silenzio o nelle urla delle persone che avrebbe ucciso. Aveva bisogno, nonostante tutto, di sentire una voce amica, un corpo caldo che gli stesse accanto.
    Anche se lei non era più in grado di donargli ciò che lui desiderava, continuava a tenerla legata a se per non tornare nella tristezza assoluta.
    La figura si avvicinò alla donna accarezzandole la guancia per poi scendere a baciarla. Fu un bacio lento e appassionato o almeno poteva sembrare tale per uno spettatore ignaro. Loro sapevano in realtà, che era un bacio pieno di disperazione.
    « Presto lo farò. Ti darò la pace che tanto agogni. »
    Lei lo guardò nei suoi occhi scuri annuendo senza convinzione. C’erano cose molto più importanti da risolvere. Quello sarebbe arrivato dopo, quando tutto sarebbe finalmente terminato:
    « So che manterrai la parola ma ora non pensare a me. Devi adempiere al tuo dovere, quindi vai… Io resterò qui ad aspettarti. »
    L’uomo annuì continuando ad accarezzare la guancia della donna, la quale chiuse gli occhi e appoggiò lo zigomo sulla mano di lui gustando il suo calore.
    La figura scura diede fine a quel contatto tanto dolce voltandosi verso il gruppo di demoni. Non litigavano più su chi di loro doveva prendere l’anima del ragazzo, che ormai troppo debole e senza forze, non si ribellava più al suo triste destino. Si erano accorti che la ragazza gli aveva succhiato già abbastanza energia: sarebbe stata lei a farlo suo schiavo.
    Era giunto il momento di agire. La leggera brezza che accompagnava la notte si alzò, diventando un forte vento gelido.
    I demoni allarmati, si guardarono intorno alla ricerca della figura, la quale, con un salto elegante, scese dal tetto atterrando sul cemento con un rumore sordo prodotto dai suoi stivali consumati dal tempo.
    Erano in cinque contro uno ma i demoni sembravano comunque essere timorosi per quello che di lì a poco sarebbe successo loro. Conoscevano quella sagoma meglio di chiunque altro. Gli erano sfuggiti già una volta, quando erano ancora spiriti che vagavano in cerca dei loro corpi morti già da tempo ed ora era tornato per riprendersi le loro anime.
    Lasciarono andare il ragazzo, che barcollando si allontanò insultando i ragazzi, tornando sulla via principale in salvo. I demoni erano dispiaciuti per la vittima che avevano appena perduto, ma ora il loro problema principale era quella sagoma scura, terrificante ma al contempo affascinante che si stava lentamente avvicinando a loro. Quello che sembrava il capo del gruppetto si fece avanti per fronteggiare l’uomo ringhiandogli contro, come un animale che cerca di scacciare via un intruso dal proprio territorio, cercando di impaurirlo con quel gesto.
    Lui non si fece impressionare e continuò ad avvicinarsi con estrema calma e sicurezza di quello che di lì a poco sarebbe successo:
    « Se fate i bravi e venite con me, non sentirete molto dolore. »
    L’uomo aveva una voce calma e profonda con un tono minaccioso mostrato anche dai suoi gesti: mentre si avvicinava ai demoni, scrocchiò le dita e il collo, pronto ad agire con la violenza se fosse stato necessario.
    Il capo del gruppo indietreggiò impaurito dalla sagoma. Ringhiò ancora una volta contro di essa per poi spartire l’ordine alla sua squadra che subito circondò la figura, che si fermò al centro del cerchio che lo imprigionava.
    « Non ci sconfiggerai tanto facilmente! Noi continueremo a vivere, a mietere vittime proprio come fai tu, con la differenza che noi daremo loro la libertà, nuovi poteri e una nuova esistenza! »
    Sul volto dell’uomo circondato, si disegnò una smorfia di disgusto che subito dopo divenne una risata tanto divertita quanto terrificante:
    « Essere rinchiusi in un corpo morto e putrefatto tu lo chiami libertà? Dover continuamente sentire la fame, il bisogno di energia ti pare potere? No… Siete solo dei poveri illusi. Presto tornerete sotto la mia custodia e mi assicurerò che passino secoli prima che voi torniate in vita! »
    Il capo dei demoni spazientito sentenziò l’ordine di attaccare senza pietà l’uomo al centro del cerchio. Lui però, aspettò che tutti si muovessero nella sua direzione per pronunciare la formula che fece comparire sulla sua mano destra, una splendida arma lucente. Era una spada lunga almeno un metro e qualche centimetro, con l’elsa trasparente come un diamante e sulla lama luccicante, rune bianche scritte sopra di essa.
    Con un colpo netto decapitò la demone davanti a lui, uccidendola in un sol colpo mentre il corpo senza volto cadeva a terra spruzzando sangue caldo dal collo mozzato. La figura non ci fece caso e si girò con una piroetta per colpire altri demoni vicino a lui. Essi però si erano allontanati preoccupati dalla morte della compagna avvenuta così velocemente.
    L’uomo vide i suoi avversari tremare di paura e un sogghigno si disegnò sul suo volto mentre con la lingua, si ripuliva le labbra sporche di sangue non suo.
    I demoni erano armati nei più svariati modi: chi con gli artigli, altri con le spade, pugnali e uno con delle pistole.
    Fu proprio quest’ultimo ad iniziare a sparare contro la figura che agilmente, con la spada, parò tutti i proiettili. Prima che essi cadessero al suolo emettendo il loro rumore metallico, l’uomo si era già mosso, correndo contro il demone rimasto senza munizioni. Gli si parò davanti mettendogli una mano sul petto all’altezza del cuore. Il mostro iniziò ad urlare quando la mano della sagoma scura iniziò ad illuminarsi per poi fare esplodere il suo avversario in mille pezzetti, dove carne abbrustolita e sangue piovevano sul campo di battaglia.
    Si concluse tutto in un attimo. Si sentirono solo le urla strazianti dei demoni e i loro gemiti di dolore prima dell’assoluto silenzio.
    Ormai si poteva udire solo il rumore della città misto a quello delle gocce di sangue che scendevano lentamente dal mantello nero e dalla spada dell’uomo misterioso.
    I corpi dei demoni erano stesi a terra: senza testa, con arti monchi o col petto tagliato in due.
    L’uomo si guardò intorno compiaciuto del proprio lavoro, mentre dalla cintura tirava fuori una fialetta di vetro apparentemente vuota. Aprì il tappo e dai corpi morti dei suoi avversari, delle piccole luci bianche si alzarono per poi dirigersi all’interno della bottiglietta, illuminandone l’interno. Subito l’uomo la chiuse:
    « Tsk… Sempre i soliti idioti che vogliono strafare. » Una volta sistemata di nuovo l’ampolla, l’uomo si incamminò verso il buio della notte, scomparendo nell’ombra, nello stesso modo in cui era arrivato.
     
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    Mi piace moltissimo e non lo avevo ancora scritto... Vorrei leggere il seguito *O*
     
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